Perché l’Ue non vuole imporre un embargo sull’importazione di risorse energetiche dalla Russia.

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I prezzi record dell’energia hanno costretto i politici europei a riconsiderare le loro opinioni sulla possibilità di imporre un divieto d’importazione alle risorse energetiche russe.

Dopo l’annuncio della decisione degli Stati Uniti di fermare l’importazione di materie prime dalla Russia, il capo della diplomazia dell’UE, Josep Borrell, ha affermato che la UE non avrebbe aderito all’embargo.

Josep Borrell

In precedenza, dopo che il prezzo dei futures sul gas di aprile si era avvicinato ai $ 4.000 per mille metri cubi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la sicurezza energetica dell’Europa non potrebbe ancora essere garantita senza il carburante russo.

Olaf Sholz

Nel frattempo, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha affermato che, in caso di embargo, il prezzo del petrolio potrebbe salire a 300 dollari al barile, ventilando anche l’ipotesi che Mosca si riserverebbe il diritto di fermare Nord Stream 1. Tutto questo potrebbe innescare una crisi economica globale che colpirebbe prima di tutto l’Europa con conseguente recessione e collasso dell’intera area.

Ad inizio marzo il prezzo del gas ha sfiorato i 4.000 dollari per mille metri cubi mentre il costo del petrolio ha superato i 130 dollari al barile, aggiornando un record decennale. Anche il prezzo dell’alluminio ha mostrato il suo massimo storico. Il costo di una tonnellata in borsa ha raggiunto i 4.000 dollari.

Tutto ciò è stato il risultato delle sanzioni più discusse: il divieto di importazione di petrolio e gas naturale dalla Russia.

Secondo il segretario di Stato americano Anthony Blinken, gli Stati Uniti stanno conducendo una “discussione molto attiva” sulle prospettive di un divieto delle forniture di petrolio dalla Russia, ma finora, le sanzioni occidentali non hanno bloccato il suo commercio di energia.

A

Nonostante l’embargo totale non sia stato ancora imposto, alcuni importatori sono già riluttanti nell’acquistare petrolio russo. Come ha scritto Bloomberg, molti acquirenti stanno cercando di evitare l’oro nero “tossico” della Russia. La scorsa settimana, Surgutneftegas non è riuscita a vendere un solo lotto di petrolio russo degli Urali dai porti baltici.

La società anglo-olandese Shell è stata duramente criticata dai politici ucraini per aver acquistato petrolio russo ed è stata persino costretta a rilasciare una dichiarazione ufficiale, promettendo di utilizzare i profitti derivanti dall’operazione per aiutare i cittadini ucraini. Di conseguenza, l’8 marzo Shell ha annunciato il rifiuto delle risorse energetiche russe e la chiusura delle stazioni di servizio nella Russia. Inoltre, BP ha annunciato la sua decisione di non stipulare nuovi accordi per l’acquisto di petrolio e gas.

Nel frattempo, l’Arabia Saudita ha aumentato i prezzi ad aprile di $ 4,95 al barile e in Libia la produzione di petrolio è scesa sotto 1 milione di barili al giorno a causa della crisi politica locale, innescata negli scorsi anni dall’attacco della Francia.

Dopo questi fatti, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rilasciato una dichiarazione raffreddando gli animi. Secondo Scholz, si continueranno le relazioni con la Russia nel campo dell’approvvigionamento energetico, poiché non ci sono altri modi per garantire la sicurezza energetica dell’Europa adesso.

“Attualmente non c’è altro modo per garantire l’approvvigionamento energetico dell’Europa per il riscaldamento, i trasporti, l’elettricità e l’industria. Pertanto, è essenziale (continuare i contratti ndt) per i servizi di interesse generale e la vita quotidiana dei nostri cittadini”, ha affermato Olaf Scholz.

Anche il capo della diplomazia europea, in una dichiarazione rilasciata al canale televisivo Al-Jazeera, Josep Borrell, ha affermato che l’Unione europea non intende abbandonare i vettori energetici russi:

“Non vieteremo l’importazione di energia russa. Non seguiamo Biden su questo tema”, ha detto il funzionario.

Nonostante ciò gli Stati Uniti hanno tuttavia deciso di vietare le importazioni di energia dalla Russia in relazione alla situazione in Ucraina.

“Questa è una decisione bipartisan al Congresso e, penso, all’intero paese”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un discorso televisivo.

Joe Biden

Apparentemente, tale risolutezza è collegata al fatto che la quota delle consegne russe sul mercato americano non è così rilevante. Nel 2021, gli Stati Uniti hanno importato dalla Russia solo 3,09 miliardi di barili di petrolio e prodotti petroliferi, ha affermato Alexander Frolov, vicedirettore generale del National Energy Institute. Per fare un confronto: nel 2019 3,3 miliardi di barili e nel 2020 2,88 miliardi.

“Rinunciare al petrolio russo avrebbe conseguenze catastrofiche per il mercato globale”, ha avvertito il vice primo ministro Alexander Novak in una sua dichiarazione, sottolineando che “l’aumento del prezzo potrebbe essere “imprevedibile con la possibilità di arrivare a più di $ 300 al barile. Allo stesso tempo, comprendiamo che, in relazione alle accuse infondate contro la Russia in merito alla crisi energetica in Europa e all’imposizione del divieto del Nord Stream 2, abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione speculare e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che oggi è attivo al 100%. Ma non abbiamo ancora preso quella decisione. Nessuno ne trarrà vantaggio. Anche se i politici europei ci stanno spingendo verso questo con le loro dichiarazioni e accuse contro la Russia”.

Alexander Novak

Il risultato di questi scontri verbali? L’Europa sta pagando un prezzo molto alto per il gas!

Mentre la Russia, viceversa, continua a ricevere circa 700 milioni di euro al giorno per le forniture di gas!

Nel frattempo, con prezzi del gas superiori a $ 3.500 per mille metri cubi (e si stanno già avvicinando a $ 4.000), si affaccia lo spettro di un collasso quasi completo dell’industria europea che utilizza il gas nel settore chimico, nella produzione di fertilizzanti, nei cementifici e negli impianti metallurgici.

ECONOMIA: IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE PREVEDE UNA GRAVE RECESSIONE  GLOBALE – Radio Onda d`Urto

Le conseguenze potrebbero essere drammatiche per la totalità dell’industria europea con probabile innesco di una recessione economica nell’UE.

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