ERRARE HUMANUM EST………

nel trading come nella vita …

by Nashira

 Errare humanum est  perseverare…. ovest

Interessante punto di vista! Al di là della battuta e del gioco di parole nasconde la chiave di un approccio insolito e non scontato ad una esperienza sicuramente spiazzante come quella di incappare in errori e, facendo trading, questo significa perdere denaro, in piccole o grandi quantità secondo l’investimento economico e/o la propensione al rischio. E questo di sicuro non è piacevole. Mina le nostre sicurezze, scheggia la nostra autostima.

Cambiare direzione. In tutti i sensi. Cambiare il modo di fare le cose, cambiare il modo di pensare. Invertire la rotta. Cambiare orizzonte. Rivoluzionare il modo di pensare a noi stessi e a come ci giudichiamo. Perseverare nonostante gli errori.

Il precedente articolo si concludeva con l’invito a percepire le emozioni provate rispetto alle difficoltà e a cercare di limitare le sensazioni negative di fronte agli errori. In quanto anche l’errore fa parte del gioco ed è difficilmente evitabile del tutto. Possiamo soltanto limitarlo al massimo, non si può vincere sempre o essere sempre perfetti. Quindi bisogna imparare ad avere a che fare con gli errori e a gestirli. Sviluppare un atteggiamento flessibile che consenta di “surfare” tra gli alti e bassi della vita, come anche del trading, scoprendo che anche gli errori sono opportunità e che …

 “Il più grande errore che si può fare nella vita è quello di avere sempre paura di farne uno.” E. Hubbard.”

Quando qualcosa ci mette alla prova fa emergere contenuti profondi che apparentemente non hanno nulla a che fare con la problematica presente. Invece le appartengono. Invece è più che probabile che tutto sia collegato. E nel momento in cui affrontiamo una situazione nuova o una difficoltà siamo lì presenti con tutto il nostro essere, con tutto il nostro vissuto, luci ed ombre. E quindi come ci poniamo di fronte agli errori avrà a che fare con aspetti giudicanti, con i copioni comportamentali familiari, con l’autostima, con condotte inconsce auto sabotanti, e poi con l’essere capaci di perseverare, di rialzarsi dopo una sconfitta, con il permettere a noi stessi di avere successo.

Che fare allora?

Fare, prima di tutto, una analisi dell’accaduto.  Certamente verificare se tutti i passaggi sono stati fatti bene e, nonostante ciò, siamo, purtroppo, incorsi nell’evento imponderabile, non prevedibile. Valutare se abbiamo rischiato troppo oppure, se per distrazione, fretta o avidità abbiamo visto segnali che non c’erano. Chiederci se la nostra preparazione, le nostre conoscenze siano adeguate o abbiamo bisogno di fare di più.

Facciamo una analisi di ciò che ci ha portato a sbagliare ed evitiamo di ostinarci nell’errore tenendo presente che se facciamo sempre gli stessi passi otteniamo sempre gli stessi risultati e quindi sarà, magari, necessario cambiare punto di vista.

L’ostinazione, di fondo, nasconde la non accettazione del fatto di aver sbagliato. Quindi tendiamo a ripetere lo stesso comportamento che porta inevitabilmente allo stesso risultato.

Mentre nella determinazione sperimentiamo l’accettazione “sportiva” dell’errore fatto e la flessibilità di cercare nuove strade.

“Quando lo schema comportamentale non produce i risultati desiderati dobbiamo cambiare schema e smettere di fare la stessa cosa che non funziona.” R. Bandler.

 Passiamo dall’ostinazione alla determinazione, dalla rigidità alla flessibilità.

La determinazione è il pensiero che non si arrende. Impariamo a coltivare la calma determinazione al raggiungimento del successo, a dispetto dei momenti di stop e alle possibili deviazioni o circonvoluzioni del cammino che abbiamo intrapreso e stiamo percorrendo. Attendiamo le occasioni propizie e le opportunità di imparare e crescere.

Ma non basta. Per non incorrere sempre negli stessi errori bisogna anche coltivare la lucidità e la disciplina, dobbiamo diventare consapevoli di ciò che ci passa per la testa e dei comportamenti che agiamo. Possiamo aver capito, ad esempio, che la fretta non giova eppure ritrovarci ad agire impulsivamente se non riusciamo a mantenere lucidità e consapevolezza. Nonostante conoscenze e abilità potremmo trovarci in situazioni di cui non abbiamo il controllo perché veniamo sopraffatti dalle nostre emozioni.

Dopo una onesta valutazione dobbiamo evitare di cadere nell’autosvalutazione: non posso, non riesco, non ce la faccio.

Un atteggiamento autopunitivo di fonte agli errori può farci abbandonare del tutto una attività e farci perdere delle occasioni. Proviamo a fare attenzione al dialogo interiore: cosa ci diciamo in questi casi? Frasi svalutanti? Che atteggiamento abbiamo nei confronti di noi stessi?

Allora cambiamo orizzonte, proviamo a dirigerci a ovest o compiere un passaggio a nord-est!

Qui possono venire in nostro aiuto discipline potenti: psicolinguistica, PNL, Psych-k, Transurfing per citarne alcune.

Proviamo a porci una domanda diversa dal solito: perché sto creando questo tipo di realtà?

        “Dal momento che la nostra rappresentazione della realtà determina in larga misura la nostra “esperienza” della realtà” R. Bandler.

        Siamo abituati a considerare i nostri comportamenti e i nostri aspetti caratteriali come qualcosa di statico e inevitabile invece dobbiamo considerarli come un processo e quindi qualcosa di aperto e suscettibile di cambiamenti. Possiamo liberamente rivedere le vostre convinzioni decidendo quali sono utili e valide da conservare e quali, invece, andrebbero cambiate per migliorare la vostra vita.

Le nostre convinzioni e credenze disegnano i limiti delle nostre esperienze.

E’ facile capire che se penso di non essere in grado di svolgere una attività non mi cimenterò mai in quella attività e se lo farò sarò limitato dalla convinzione di non farcela.

Possiamo sbarazzarci dei nostri limiti usando una caratteristica sorprendente e meravigliosa del nostro cervello: la neuroplasticità.

“La neuroplasticità è la capacità del sistema nervoso – cervello di modificare l’intensità delle relazioni interneuronali – sinapsi, di instaurane di nuove e di eliminarne alcune e questo a qualsiasi età” R. Bandler.

Per tutta la vita il cervello è plasmato dall’esperienza. Ogni ripetizione di un pensiero o di una emozione rinforza un percorso neurale che circoscrive il modo in cui formiamo le nostre convinzioni, modella le simpatie e antipatie, crea limiti e rinforza pregiudizi consci e inconsci. Il cervello funziona richiamando programmi mentali che sono una sorta di istruzioni per l’uso e che gli permettono di farci pensare e agire in un certo modo molto velocemente. Programmi che una volta installati il cervello non mette più in discussione.

Ma se questi programmi fossero ormai inadeguati, obsoleti, non più adatti alle circostanze attuali, anzi frenassero la nostra crescita?

Allora sfruttando la neuroplasticità, ossia modificando i percorsi neurali, possiamo rimuovere schemi, abitudini, pregiudizi e limiti che ci ostacolano. Possiamo riprogrammare il cervello per avere nuove convinzioni che ci portano maggiore libertà, opportunità e nuove possibilità di scelta.

Possiamo creare nuove convinzioni, installare credenze potenzianti per muoverci in direzioni più utili e desiderabili.

Psicolinguistica, PNL, Psych-k, Transurfing usano linguaggio e immaginazione per riprogrammare il cervello. Nella nostra immaginazione possiamo creare gli scenari in cui vedere noi stessi fare le cose in modo più efficace. Ci possiamo allenare a sentirci bene e felici senza nessuna particolare ragione. Possiamo acquisire comportamenti innovativi che possono portare miglioramenti a tutta la nostra vita.

Quando le persone cambiano le proprie convinzioni cambiano la propria vita.

Questo significa in ultima analisi decidere il proprio destino. Anche cercare di diventare un trader migliore può diventare un percorso di conoscenza di noi stessi, di crescita e di cambiamento che può avere ricadute positive su molti aspetti della nostra vita.

CRESCITA ECONOMICA: I REQUISITI DI UN OBIETTIVO BEN FORMATO – prima parte

Nashira

Se parliamo di crescita economica stiamo dicendo a noi stessi di volerci dirigere verso l’abbondanza. Ci stiamo spostando mentalmente dalla “mancanza” verso l’abbondanza. Vogliamo dare una nuova direzione alla nostra vita.

E’ importante partire da un’idea di abbondanza anziché di scarsità e ragionare in senso positivo, focalizzando l’attenzione non tanto sui problemi di cui ci vogliamo sbarazzare (penuria economica, mutuo da pagare, rate della macchina nuova) quanto piuttosto su ciò che intendiamo realizzare. L’intenzione è quella che ci guiderà verso il successo.

Questo nuovo punto di vista deve poi essere radicato nella realtà per non rimanere a tempo indefinito nella categoria dei sogni irrealizzati. Dobbiamo definire cosa vogliamo e entro quale data.

La differenza tra un sogno e un obiettivo è una data (W. Disney)

Walt Disney

Cosa vuol dire? Un sogno rimane tale finché resta nei nostri pensieri, ma se lo caliamo nella dimensione temporale dandogli una data di scadenza, un termine entro il quale realizzarlo, abbiamo anche la spinta propulsiva che ci occorre per farlo diventare reale.

All’interno del limite temporale che abbiamo scelto dobbiamo poi dargli una forma. Trasformare un sogno in un obiettivo.

        La PNLProgrammazione Neuro Linguistica – fondata negli Stati Uniti, negli anni settanta, da R. Bandler e J. Grinder, ricercatori nel campo dello sviluppo personale, ha elaborato tecniche efficaci per migliorare la capacità di comunicazione, liberarsi da convinzioni negative, aumentare il livello delle proprie performance in ogni campo: studio, lavoro, crescita personale.

La PNL può essere definita una metodologia volta a identificare efficaci strategie di pensiero che possono essere imparate e utilizzate da chiunque.

Tra queste strategie per pianificare e raggiungere il successo troviamo la definizione di obiettivo.

        Perché un obiettivo si possa definire ben formato deve avere caratteristiche tali da renderlo efficace e realizzabile e avere specifici requisiti.

Occorre formulare il nostro obiettivo con le seguenti caratteristiche:

positivo e specifico

misurabile

realizzabile in autonomia

in armonia con te stesso

temporalmente definito

ecologico

POSITIVO: ossia espresso, dal punto di vista linguistico, in modo positivo in quanto il subconscio ignora le negazioni; la domanda da porsi è: che cosa desideri?

SPECIFICO: che cosa vuoi di preciso? Bisogna analizzare i singoli aspetti dell’obiettivo da raggiungere non basta che sia espresso in modo generico deve rispondere alle domande COME PERCHE’ CON CHI.

MISURABILE: il raggiungimento dell’obiettivo deve essere un fatto oggettivo basato su elementi misurabili e non solo su una valutazione soggettiva. Quali sono gli stati e le condizioni che ti dicono che il tuo obiettivo è raggiunto?

REALIZZABILE IN AUTONOMIA: posso farlo? Posso gestire io il processo? Quanta parte della realizzazione di questo obiettivo è sotto il mio diretto controllo?

IN ARMONIA CON TE STESSO: ti fa brillare gli occhi, non vedi l’ora di attuarlo? Raggiungere il tuo obiettivo ti fa stare bene? Ti da sensazioni positive?

TEMPORALMENTE DEFINITO: definire tempi precisi per raggiungere l’obiettivo, quando saprai di averlo raggiunto?

ECOLOGICO: In che modo andare in questa direzione influirà sulla tua vita? Vale la pena andare in questa direzione? quale impatto avrà su di te e sugli altri? E’ importante valutare in anticipo le conseguenze in quanto raggiungere l’obiettivo in nessun caso deve arrecare danno a te stesso e agli altri.

In un prossimo post analizzeremo in modo più approfondito le fasi di questo processo soffermandoci anche sugli stati emotivi e sull’uso di strategie utili come i piani d’azione suddivisi in fasi.