Oggi il prezzo dei future sul greggio WTI è sceso di quasi il 6% arrivando a circa $ 97 al barile, rompendo il livello di $ 100. Questo a seguito dei colloqui di cessate il fuoco in corso tra Russia e Ucraina e i timori di un rallentamento della domanda da parte della Cina a seguito di nuovi lockdown.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che i negoziati con la Russia continueranno e che sta cercando di porre fine alla guerra “con una pace equa“.
Nel frattempo la Cina sta affrontando una recrudescenza del Covid.
Il capo dell’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) Fatih Birol ha esortato i paesi produttori di petrolio ad aumentare la produzione per stabilizzare i mercati.
La scorsa settimana il prezzo del petrolio aveva toccato un massimo da 14 anni, ben $ 130,5 al barile, prima di invertire drasticamente la direzione ed arrivare ora sotto quota 100$, come vediamo dal grafico.
E nel frattempo il prezzo della benzina? Siamo oltre 2.2 euro litro, nell’ignavia di un governo inadatto a gestire i problemi e nemico degli interessi italiani!
Gli ultimi due mesi hanno incluso un sacco di momenti del tipo “beh… non l’ho mai visto prima”.
Anche in un ambiente di professionisti, tuttavia, probabilmente l’evento più inaspettato è stato vedere il prezzo del petrolio scendere in territorio negativo.
Cerchiamo di capire come questo può accadere.
Un contratto “Forward” è un accordo tra due parti per scambiare un’attività con un determinato prezzo in una determinata data futura. “Futures” è semplicemente il termine per un forward che opera in borsa.
Ci sono prove che alcune versioni di contratti tipo forward esistono già da centinaia di anni. E’ facile capire la loro importanza per acquirenti e venditori di beni, come le materie prime agricole, che vorrebbero ridurre l’incertezza sui prezzi futuri. Un esempio? Per un produttore di pasta alimentare sarà molto più semplice procedere ad un suo piano industriale sapendo che il prezzo della materia prima sarà fissato a priori, senza rischi di perdite sul prezzo. Dall’altra parte, il fornitore di materia prima saprà sin da subito che il suo prodotto avrà una certa collocazione e remunerazione.
I futures negoziati in borsa hanno il vantaggio di avere già fissati da subito i termini dei contratti, su quantità, date e opzioni di consegna. In questo modo ogni partecipante al mercato non deve negoziare ogni singolo termine per ogni transazione.
Questo tipologia di contratto, concordato in anticipo rispetto al momento della scadenza dello stesso, comporta una continua oscillazione dei prezzi del sottostante, dalla data di stipula del contratto alla data della sua scadenza. Queste oscillazioni sono state osservate dagli speculatori i quali hanno pensato di “approfittare” di queste variazioni ed entrare con delle loro operazioni, autonome rispetto alle parti del contratto base, e “scommettere” su queste oscillazioni.
La stragrande maggioranza dei contratti futures sulle materie prime che vengono scambiati non si traduce quasi mai nella consegna fisica dell’oggetto sottostante. La maggior parte degli speculatori approfitta della variazione dei prezzi mentre i contratti sono ancora in essere, ma poi chiudono le loro operazioni uscendo prima della loro scadenza.
Queste transazioni un tempo avvenivano in “open-outcry” di persona, ma ora si realizzano quasi esclusivamente nei mercati elettronici – aggiungendo una grande efficienza e una trasparenza istantanea dei prezzi per i trader e gli investitori di tutto il mondo.
Negli anni ’70 il Chicago Board of Trade e il Chicago Mercantile Exchange hanno aggiunto contratti a termine su strumenti finanziari come le obbligazioni, le valute e gli indici azionari, molti dei quali sono stati regolati con pagamenti in contanti piuttosto che con la consegna fisica del sottostante. Sembrerebbe quasi che i “futures” siano assimilati a delle scommesse!
Nel 2008 il CME ha acquistato il New York Mercantile Exchange (NYMEX), aggiungendo alla sua offerta un portafoglio di futures energetici e prodotti di opzioni, compresi i contratti WTI di riferimento.
Le stanze di compensazione della borsa raccolgono i depositi di margine da tutti i partecipanti, prima di consentire loro di negoziare. Poi agiscono come controparte de facto tra tutti gli acquirenti e i venditori, garantendo che la solvibilità di una data controparte non sia mai un problema. Ogni giorno rivalutano ogni conto per essere certi che tutti i partecipanti possano soddisfare i loro obblighi finanziari nei confronti del mercato. Con la stanza di compensazione che funge da compratore per ogni venditore e viceversa, ogni operatore ha la garanzia di ricevere il denaro che gli spetta.
Nonostante il fatto che la maggior parte dei traders non intenda mai prendere o fornire la consegna, la possibilità di un effettivo scambio di beni è il fondamento di questi mercati. Lo scambio specifica uno o più luoghi in cui i venditori possono consegnare i loro beni e dove gli acquirenti sono tenuti a prendere accordi per immagazzinarli o trasportarli via.
Per i partecipanti al mercato che non hanno relazioni che permettano loro di trasportare o immagazzinare merci fisiche, questi costi si sommano rapidamente e riducono altrettanto rapidamente i profitti apparenti di un’operazione a termine, trasformandoli invece in un’enorme perdita.
Tra i molti fattori che hanno causato il movimento dei prezzi aberrante di questa settimana, il problema della consegna sembra aver avuto il maggiore impatto. È stato riferito che tutte le aziende che possono essere impiegate per il trasporto o lo stoccaggio del petrolio greggio in Texas e Oklahoma erano a pieno regime e non accettavano nuovi clienti.
Improvvisamente, i traders che erano in acquisto sui contratti a termine di maggio, di prossima scadenza, si sono trovati di fronte alla possibilità di essere costretti ad accettare la consegna fisica. Alcuni di loro erano disposti a chiudere le posizioni addirittura ad un prezzo negativo. Stavano pagando per il privilegio di non possedere un bene.
I dirigenti della CME avevano chiarito in precedenza che i prezzi dei futures potevano in realtà avrere un valore negativo, anche se non era mai successo prima. Per un breve periodo, questo è esattamente ciò che è successo e a un giorno dalla scadenza. Il contratto WTI di maggio ha chiuso a -37,63 dollari al barile.
Ma c’è di più! Dopo aver liquidato le negoziazioni a prezzi negativi, l’ECM ha annunciato che sarebbe stato possibile negoziare anche le opzioni con un prezzo d’esercizio negativo. Ha perfettamente senso. Se un determinato prezzo è possibile per un contratto a termine, è ragionevole che alcuni partecipanti al mercato vogliano negoziare opzioni a questi strike.
Si tratta inoltre di una complicazione davvero bizzarra.
Immaginate la meccanica di un’opzione put con un prezzo d’esercizio negativo. In teoria, si potrebbe vendere e riscuotere un premio in qualunque momento. Poi, alla scadenza l’acquirente si terrebbe il premio raccolto o eserciterebbe l’opzione, riceverebbe 1.000 barili di greggio WTI e un pagamento in contanti per l’ammontare dello strike dell’opzione.
Voglio essere assolutamente chiaro sul fatto che non sto consigliando a nessuno di vendere nudo il petrolio. Le suddette questioni relative al prezzo di stoccaggio e di consegna potrebbero facilmente cancellare tutti i potenziali profitti e trasformare la trade in una grande perdita.
Alcune precisazioni per chi opera con le opzioni:
Fondamentalmente, le negoziazioni di opzioni si riducono ad alcune semplici decisioni. Quanto pago (o vengo pagato) per entrare nella posizione? Quali sono i miei diritti o le mie responsabilità? A quali attività o pagamenti avrò diritto (o devo) durante la vita del trade?
In periodi insoliti come quelli che stiamo vivendo in questo momento, esaminare i potenziali rischi e benefici delle operazioni di trading di opzioni può essere un esercizio molto interessante. Ricordatevi però di fare molta attenzione prima di fare trading. Quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è.