
Sono questi gli ultimi versi di una poesia di Maya Angelou che vi invito a leggere interamente. Parla di intolleranza, apartheid, di minoranze schiacciate. Questioni purtroppo quanto mai attuali, anche nei paesi più aperti e sviluppati, e verso vecchie e nuove minoranze. Parla di appropriarsi nuovamente dell’identità di essere umano e del diritto di gioire della propria esistenza.

STILL I RISE è il nome che Nicolò Govoni ha scelto per l’organizzazione umanitaria di cui è presidente e cofondatore. Benché abbia soltanto 28 anni ha già realizzato molte iniziative in ambito umanitario e scritto svariati libri. Originario di Cremona, inizia la sua prima missione di volontariato all’età di vent’anni in un orfanatrofio di un piccolo villaggio dell’India dove resta per quattro anni. Nel 2017 autopubblica l’ebook “Bianco come Dio” per garantire continuità al fondo per l’educazione da lui istituito per i bambini dell’orfanotrofio. Nello stesso anno lascia l’India, lavora in Palestina e poi nel campo profughi sull’isola di Samos, in Grecia, dove fonda la prima scuola Mazì che significa “insieme”. Si interfaccia anche con le grandi istituzioni promovendo, a dicembre 2019, insieme ad altre associazioni, una causa alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per salvaguardare l’integrità fisica e psicologica di cinque minori profughi non accompagnati, causa che ha portato al riconoscimento del mancato rispetto, sull’isola di Samos, dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti.

Negli anni seguenti porta a termine l’apertura di altre scuole in Siria, Turchia, Kenya e dà avvio ad altri progetti che riguardano l’America Latina, il Congo e anche l’Italia. Per il suo impegno umanitario è stato candidato al Premio Nobel per la Pace 2020. A giugno dello stesso anno, gli è stato conferito il Premio CIDU per i Diritti Umani dal Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Nicolò è stato un adolescente problematico, con un difficile rapporto con scuola e studi, una irrequietezza che lo ha portato a varcare confini ed esplorare il mondo piuttosto che girovagare per le strade provinciali del cremonese, e soprattutto lo ha portato a valicare confini interiori e ad espandersi come essere umano.
Di lui mi attrae e mi incuriosisce il modo di pensare originale e fuori dagli schemi, il modo di connettere le idee, di uscire dall’ordinarietà. E vorrei riflettere, cercare di capire il pensiero, il modo di ragionare di Nicolò. Prendendo spunto dagli indizi che lui stesso sparge nelle interviste che rilascia e nei libri che scrive.
“La realtà esistente va accettata…Accettazione non coincide con rassegnazione…….accettazione è il passaggio fondamentale per procedere a ogni tipo di cambiamento, non puoi cambiare ciò che prima non hai accettato.”
Questo significa a volte dover accettare realtà durissime e fare scelte drammatiche. A partire dall’accettazione del fatto di non poter aiutare tutti scegliere di aiutare alcuni offrendo però una educazione di alto livello, un diploma internazionale. Nelle scuole gestite da STILL I RISE vengono scelti i giovani più promettenti per dare loro un’occasione per diventare magari, in futuro, leader nei loro stessi paesi d’origine. Viene offerto gratuitamente un diploma, con un percorso di studi che dura sette anni, riconosciuto nel mondo.

Sentiamo cosa dice a questo proposito lo stesso Nicolò Govoni in una intervista: “La nostra è una scelta qualitativa, non quantitativa. Questa è la differenza più grande tra noi e tutte le altre ONG della nostra dimensione. Le altre ONG puntano ai numeri, al breve termine. Le grandi ONG, distribuiscono 200.000 coperte e altrettanti pasti e poi lasciano i profughi a marcire nei campi. [omissis]. Questo però, è un aiuto di 5 minuti verso persone che poi rimarranno impossibilitate a fare qualsiasi cosa. Noi preferiamo dare la possibilità a un numero limitato e farlo accedere al meglio del meglio, così che queste persone possano riabilitare e nobilitare tutta la loro comunità”.
Tutto questo accanto anche ad un impegno costante e a tutto campo per dare protezione e dignità a minori profughi e vulnerabili.
E ancora: “E’ impossibile cambiare il mondo combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa costruisci un modello nuovo che renda obsoleto quello esistente”. Il modello nuovo di Nicolò è cambiare il mondo un bambino alla volta.
“A essere problematica non è mai tanto la situazione in sé quanto la nostra prospettiva della stessa. In questo senso accettazione non è affatto sinonimo di rassegnazione è piuttosto consapevolezza del problema in questione. Una volta riconosciuto e metabolizzato il problema si è liberi di cambiare prospettiva e vederlo sotto nuova luce.”
Cambiare prospettiva e portarsi in azione può voler dire misurarsi con forze e istituzioni mettendo in atto strategie di sopravvivenza per raggiungere risultati: “Laddove non è possibile un approccio globale per la differenza delle forze in atto occorre una perseveranza d’acciaio per strappare ogni bambino possibile da situazioni insostenibili. Invece di arrendersi a poteri sovrastanti praticare la quotidiana disobbedienza il quotidiano non arrendersi….”
Riuscire a non arrendersi anche quando la descrizione della realtà è un grido di dolore.
Un altro valore fondante di Nicolò è l’indipendenza: “Non accettiamo fondi e compromessi da parte di nessuna grande organizzazione e nemmeno da nessun governo. L’indipendenza è il nostro valore fondamentale. Fin dal principio ci siamo sempre battuti per essere liberi di poter operare soltanto secondo i nostri valori e le nostre convinzioni”.
Nel “Dizionario dell’anima” scritto a due mani da Nicolò Govoni e Riccardo Geminiani si dice a proposito dell’intuito “per me l’intuito è una facoltà del cuore, una qualità animica, una vista interiore che apre a comprensioni che esulano la logica e l’intelletto, hanno origine in sfere sovra razionali. Ed è in queste sfere che succedono continuamente piccoli miracoli: si generano lampi improvvisi in forma di rivelazioni e idee, e si genera un sapere che trascende la ragione, come azionato da un intelletto del cuore, si comprende cioè che qualcosa è vero non perché lo si è letto o studiato ma perché lo si sente. Il sentire diviene faro per chi si affida all’intuito o, meglio, per chi riesce ad accedervi” “L’intuito va coltivato. E’ importante imparare ad ascoltarlo, prenderci confidenza e infine fidarsi di esso…..uno strumento da accompagnare e completare con il raziocinio. In questo modo si ottiene un amico fidato pronto a consigliarti anche quando nessun altro sa farlo.”
Trovo che sia fonte di ispirazione questo pragmatismo unito a volontà e perseveranza, la capacità di osare, di uscire dagli schemi, il rifiuto di essere definiti dal modo di pensare e di agire corrente, la capacità di avere una visione a lungo termine e riuscire a concretizzarla. E ancora affidarsi non solo al pensiero razionale e ai cinque sensi ma anche al cuore e all’intuito, ad una consapevolezza allargata e superiore.
In questo periodo di appiattimento mentale, di omologazione, riempie di gioia vedere esseri umani coraggiosi che praticano un pensiero divergente. Mi auguro possa essere la variante di una nuova umanità.
Nashira