In altre occasioni è stata tracciata una distinzione tra speculazione e investimenti, considerando la speculazione come il trading di titoli che si basa essenzialmente sul movimento dei prezzi e l’investimento, invece, come l’analisi di una serie di fattori, come ad esempio la performance dell’azienda, le tendenze del settore, i dati macroeconomici e altri. In altre parole, l’investimento è la pratica di costruire portafogli per raggiungere obiettivi finanziari di lungo periodo.
Dobbiamo altresì considerare che anche se un asset ha natura speculativa, può giocare un ruolo nella diversificazione del portafoglio.
Ci sono innumerevoli esempi di attività speculative che hanno guadagnato spazio tra gli investitori. Pensiamo alle operazioni sulle micro-cap, sui metalli preziosi, sull’arte, sui vini pregiati, e anche sui famosi bulbi di tulipano, solo per citarne alcuni. Lo stesso fenomeno potrebbe verificarsi oggi nel mondo delle criptovalute come Bitcoin, Ethereum e altre.
L’argomento delle criptovalute può essere complesso e va ben oltre l’obiettivo di sapere se può assumere un ruolo nei portafogli. Per una spiegazione esaustiva si dovrebbero coinvolgere concetti come la blockchain, gli algoritmi di hashing/mining, il consumo di energia, le teorie finanziarie delle valute e delle asset class e altro ancora.
In breve, una criptovaluta, di cui Bitcoin è la più famosa, può essere pensata come un “bene digitale” che è di natura de-centralizzata. È digitale in quanto un bitcoin esiste solo nei computer. È de-centralizzato in quanto nessuna persona, corporazione o governo controlla la rete. Poiché la tecnologia avanza e la sfiducia nei governi aumenta, alcuni trovano queste caratteristiche maggiormente desiderabili.
Dal punto di vista di un investitore a lungo termine – che questo si riveli vero o meno, e che si creda o meno agli argomenti pro o contro – Bitcoin è semplicemente un altro asset con determinate caratteristiche. La questione se e quanto investire in questo asset non dovrebbe essere diversa da quella di decidere su qualsiasi altro asset, che sia questo una singola azione, un’obbligazione, una valuta, merce o altra idea di investimento.
In questa prospettiva si aprono una serie di valutazioni.
In primo luogo, le criptovalute non sono ancora una riserva di valore affidabile, un mezzo di scambio o un mezzo di conto. In altre parole, non soddisfano ancora i requisiti pratici delle valute tradizionali, come ad esempio il dollaro. Questo potrebbe certamente cambiare in futuro, ma oggi per gli individui comuni è ancora difficile acquistare e conservare le valute digitali. E anche quando quel giorno arriverà, sarà difficile sapere quale criptovaluta prevarrà.
In secondo luogo, le criptovalute non hanno ancora dimostrato di essere dei diversificatori di portafoglio affidabili. Infatti, sono state spesso correlate positivamente con il mercato azionario e altri asset di rischio. Dal picco dello scorso febbraio al fondo di marzo, il prezzo del Bitcoin è sceso del 53%. Da allora è nuovamente risalito, insieme allo S&P 500, anche se su una scala molto più grande a causa della sua volatilità significativamente maggiore. In terzo luogo, Bitcoin e altre valute digitali sono estremamente volatili. A seconda del periodo, possono essere da 5 a 10 volte più volatili del mercato azionario generale, che di per sé è già considerato rischioso. Questo è uno dei motivi per cui non sono ancora indicati come riserve di valore a differenza dei titoli di stato e di alcune materie prime. Potrebbero addirittura essere assimilati ai tradizionali asset speculativi.
Cosa significa tutto questo per noi? Proprio come i titoli tecnologici speculativi durante il boom di dot-com, le criptovalute potrebbero divenire importanti in futuro e anzi si propende ad una certezza in tal senso.
Tuttavia, è qui che la speculazione deve essere fortemente distinta dall’investimento. Lo scopo dell’investimento a lungo termine è quello di costruire portafogli solidi che possano aiutare gli investitori a raggiungere gli obiettivi finanziari. È possibile che le criptovalute possano giocare un ruolo in questi portafogli, specialmente quando Bitcoin e altri asset si saranno sviluppati e istituzionalizzati.
In definitiva, la scelta di investire in criptovalute – o in qualsiasi altro asset – dovrebbe essere vista nel contesto di un portafoglio diversificato con obiettivi finanziari a lungo termine. Di seguito sono riportati tre grafici che forniscono una prospettiva sul ruolo delle criptovalute nei portafogli.
Le criptovalute come il Bitcoin sono aumentate significativamente quest’anno
I prezzi di Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute sono aumentati notevolmente negli ultimi mesi. Tuttavia, Bitcoin ha sperimentato precedenti rialzi, tra cui alla fine del 2017, quando ha sfondato per la prima volta i 10.000 dollari sulla sua strada verso i 18.000 dollari, prima di crollare. Questi beni digitali sono estremamente volatili e dovrebbero essere gestiti con cura nei portafogli.
Bitcoin spesso ha avuto un andamento correlato al mercato azionario.
Bitcoin non ha ancora dimostrato di essere un buon diversificatore di portafoglio. Al contrario, può amplificare il rischio poiché è correlato positivamente ad attività come le azioni. Questo può essere visto più chiaramente nel 2020, quando è sceso insieme al mercato azionario prima di riprendersi.
Il declino del dollaro ha probabilmente spinto anche Bitcoin
Dal momento che il prezzo del Bitcoin è spesso denominato in dollari USA, il calo del dollaro ha probabilmente contribuito a spingere il Bitcoin più in alto. In questo modo non è diverso da altre valute principali che sono salite negli ultimi mesi mentre il dollaro si è svalutato.
Da una prospettiva tecnica, le criptovalute sono estremamente complesse e interessanti. Da una prospettiva di portafoglio, tuttavia, gli investitori dovrebbero considerare se questi asset possono contribuire a raggiungere i loro obiettivi a lungo termine.