Nashira
“Pecunia non olet”. Sembra che tale sia stata la risposta dell’imperatore Vespasiano a suo figlio Tito che lo criticava per aver imposto una tassa sui bagni pubblici. Ossia il denaro non ha odore, il denaro è sempre denaro qualunque sia la sua provenienza. Questa è solo una delle molteplici opinioni sul denaro.
In realtà il concetto di denaro è caricato di significati simbolici soggettivi che dipendono dall’appartenenza socio-culturale, dalle tradizioni, dalle credenze religiose, dall’educazione familiare nonché dalle esperienze individuali di una persona.
Nel momento in cui si approccia una attività che ha direttamente a che fare con lo scambio di denaro vale la pena di chiedersi quale sia a livello subconscio il nostro rapporto con il denaro poiché il sistema di credenze, di convinzioni che si hanno può influire, anche pesantemente, nel successo dell’attività che si vuole intraprendere.
Anche se la mente conscia sembra lucida e ben determinata nell’intenzione di voler raggiungere migliori livelli economici, nel subconscio si potrebbero annidare credenze limitanti. Credenze provenienti dalla morale collettiva, dal comune sentire, affermazioni come “i soldi non fanno la felicità”, “il denaro è lo sterco del diavolo”.
Oppure inconsciamente si potrebbero attribuire alle persone facoltose caratteristiche poco piacevoli come disonestà o assenza di scrupoli, caratteristiche che confliggono con il sistema di valori trasmesso dalla famiglia o dalla religione e, viceversa, si potrebbero vedere le persone povere come moralmente rette e questo potrebbe creare legami inconsci e adesione a modelli che ci tengono ancorati a determinati livelli economici.
Si deve tenere ben presente che queste non sono verità ma dipendono solo da come il subconscio le percepisce.
E ancora, per rimanere in un ambito più legato all’educazione familiare e agli aspetti psicologici, il possedere denaro può creare lo stress di doverlo amministrare e conservare. Ciò coinvolge livelli di autostima, aspetti relativi all’essere in grado di fare, il sentirsi capaci di raggiungere determinati obiettivi, farcela o non farcela.
E’ importante svincolare queste credenze limitanti dal concetto di denaro che va piuttosto considerato una energia neutra, un mezzo per il raggiungimento dei nostri fini.
Stilare un elenco di tutte le credenze relative al possedere denaro e al non possederlo può riservare delle sorprese e può essere utile per rafforzare le credenze potenzianti e liberarsi di quelle limitanti, una volta che siano state riconosciute.
Un altro modo per cominciare a fare chiarezza è anche porre attenzione al dialogo interiore, a ciò che la mente ci dice rispetto al denaro e alla ricchezza. Quali sono i suoi messaggi rispetto al meritare di vivere nell’abbondanza? E cosa ci dice riguardo al sacrificio, alla fatica, al duro lavoro?
Essere consapevoli è il primo passo nel cammino verso il cambiamento e da qui si può partire per creare una buona relazione con il denaro. Considerarlo buono e utile per la crescita personale e il benessere. Considerarlo accessibile e lasciare che fluisca verso di noi. Sentire che si merita di essere prosperi e di avere soldi in abbondanza.
Dal momento che la nostra rappresentazione della realtà determina in larga misura la nostra “esperienza” della realtà cerchiamo di porre attenzione a tutto quello che già possediamo per spostarci mentalmente dalla “mancanza” “scarsità” all’abbondanza. Cerchiamo di notare i segnali di abbondanza nella nostra vita, osservare tutto ciò che già si possiede e che si dà per scontato. Ampliare il concetto di abbondanza ad altri ambiti al di là del denaro fino a ricomprendere amicizie, affetti, tutto ciò che ci fa stare bene.
E poi muoversi nella direzione verso la quale si vuole andare, muoversi verso il nostro fine. Cominciare ad agire come se fossimo già lì dove vogliamo essere. Leggere libri giornali articoli in cui si parla di finanza. Frequentare persone che se ne occupano. Evitare persone che tolgono energia. Condividere con altri il percorso.
Creiamo il nostro universo soggettivo dove siamo già lì dove vorremmo essere.
Come sosteneva Henry Ford: “Sia che tu pensi di farcela sia che pensi l’opposto in entrambi i casi avrai ragione”.